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Intervista de Il Giornale a Lorenzo Cesa: «Silvio promuova un nuovo soggetto per riunire tutta la famiglia del Ppe»

Il segretario dell’Udc: «Le battaglie da combattere con Fi sono tante. Serve un grande movimento liberale che sia alternativo alla sinistra». La Lega? Non è un problema, il Cavaliere già lo risolse quando c’era Bossi
«Le battaglie da combattere insieme a Forza Italia sono tante quindi rivolgo un appello a Silvio Berlusconi. Sia lui a promuovere, attraverso la federazione dei partiti che fanno riferimento al Partito Popolare Europeo, un soggetto politico liberale e popolare in difesa dei valori della famiglia e della natalità, che vada in soccorso dei piccoli imprenditori e affronti l’emergenza della disoccupazione (oggi il 20 per cento dei nostri giovani ne studia ne lavora) e il tema degli investimenti per rilanciare il motore della nostra economia che è ferma al palo». L’ipotesi di una grande alleanza di centrodestra si fa sempre più concreta per il segretario dell’Udc, l’europarlamentare Lorenzo Cesa, convinto che si possa «tornare ad essere protagonisti in Europa in collegamento con il Partito Popolare Europeo dove abbiamo già ottenuto la vittoria di avere Antonio Tajani, con il quale sono in grande sintonia, come presidente del Parlamento Ue».
Onorevole Cesa, le dimissioni del ministro Costa accelerano in qualche modo l’ipotesi di ritrovarsi insieme in un’area liberai popolare che accolga tutto il centrodestra?
«Ho seguito con attenzione le dichiarazioni di Costa in questi giorni ed ho molto apprezzato la sua coerenza. Ha detto la sua tirandosi fuori da progetti che non poteva condividere».
Il modello al quale guarda resta quello del Ppe?
«Noi dobbiamo ricostruire un sistema che funzioni. Ho apprezzato che Berlusconi abbia detto mai con Renzi perché al paese occorre chiarezza. Si deve tornare a due schieramenti contrapposti centrosinistra da una parte e centrodestra dall’altra».
In quest’area sarà possibile convivere con la Lega di Matteo Salvini?
«Noi con la Lega di Matteo Salvini non abbiamo nulla a che spartire. Nel 1994 Berlusconi risolse in modo brillante il rapporto con la Lega di Bossi. La Lega non è un problema. Non ci interessano le alchimie politiche perché, per quanto ci riguarda, puntiamo a ricompattare tutti coloro che credono nei valori del liberalismo cattolico ai quali si ispira il Ppe».
Un’area dove potrebbe trovare posto pure Angelino Alfano?
«Questo è il momento della coerenza. Bisogna proporsi chiaramente come alternativi alla sinistra e per farlo Alfano e gli altri ministri di Alternativa Popolare dovrebbero prendere le distanze dalla politica del Pd e seguire le orme di Costa. Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni. Gli elettori hanno bisogno di segnali chiari. Sul referendum costituzionale noi dell’Udc abbiamo fatto una scelta chiara che ci è costata una separazione pesante ma necessaria. Siamo piccoli ma ben radicati sul territorio e non intendiamo tradire le aspettative dei nostri elettori».
C’è ancora voglia di Centro?
«C’è voglia di moderazione, di buon senso e anche di professionalità nella politica. Persone che siano in grado di guidare il Paese».
L’attuale legge elettorale è un problema?
«Come è noto noi siamo per il proporzionale con le preferenze perché è l’unico sistema che fotografa la volontà degli elettori. Mi auguro sia possibile apportare modifiche allo stato attuale delle cose. Se andiamo coi listini bloccati non imbocchiamo la strada giusta e allarghiamo la distanza tra elettori e politica».
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