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Intervista de Il Tempo a Lorenzo Cesa: «Con noi democristiani arriveremo al 6%»

Presentato il logo «Noi con l’Italia» con lo Scudo crociato
Parla Cesa:”Siamo decisivi per la coalizione”
Intervista a Lorenzo Cesa al Tempo Lo Scudo crociato (che ritorna) in bella vista e un’anima liberale e moderata richiamata come orizzonte programmatico e valoriale. «Non chiamatela più quarta gamba per favore, questo soggetto rappresenta un noi», ha spiegato durante la presentazione di Noi con l’Italia” Raffaele Fitto, portavoce di quei soggetti – animati da Enrico Costa, Enrico Zanetti, Flavio Tosi, Saverio Romano, Maurizio Lupi che si candidano a rappresentare le istanze dei territori nel centrodestra e a recuperare consenso anche dall’area del non voto. Accanto al lui, c’è Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc, che ha portato in dote alla lista l’importante richiamo della De e che a II Tempo spiega come quella ai nastri di partenza non è per nulla un’operazione nostalgia. Tutt’altro.
Cesa, la «quarta gamba» si è data un nome e un simbolo che per ben metà è occupato dallo Scudo crociato. Che cosa è nato ieri?
«È nato un soggetto politico nuovo che andrà oltre l’appuntamento elettorale e che mette insieme cattolici e liberali nella stessa comunità politica. L’obiettivo è cercare di fare nel nostro Paese una politica responsabile, seria, non urlata. Una politica in cui non si facciano troppe promesse ma si parli il linguaggio della verità. Il nostro è anche un soggetto omogeneo, fatto da gente che la pensa allo stesso modo perché tutti proveniamo dall’area democristiana e liberale».
A proposito, abbiamo contato tanti ex Dc in sala. E quasi tutti ex De siete voi promotori. Eppure Raffaele Fitto accanto a lei ha detto: non si tratta di una riedizione della Dc.
«Assolutamente si. Sarebbe velleitario pensare di rifare la Dc. È un sogno che magari intimamente esiste, parlo per me ad esempio, però ci si rende conto che è un’impresa impossibile ed è fuori tempo massimo. Noi, vivendo in questo tempo, intendiamo rimettere in piedi un partito che riprende i valori dello Scudo crociato – l’identità cristiana del Paese, la difesa della vita e della famiglia tradizionale, la tutela della persona che deve tornare al centro dell’azione politica – e penso che sia molto utile farlo in questo momento, perché la crisi economica che stiamo attraversando è frutto di una crisi etica profonda che interessa tutto l’Occidente».
Vi siete dati un obiettivo tutt’altro che minimale 6%… »
«Siamo certi di raggiungerlo. Chi conosce noi e conosce quello che stiamo facendo nei territori non può che essere d’accordo sul fatto che raggiungeremo quell’obiettivo. Il nostro è un movimento politico già fortemente radicato. E siamo solo agli inizi».
Ha assicurato che sarete determinanti per la vittoria del centrodestra. Lo sarete anche sul programma?
«Siamo intervenuti introducendo nel programma alcuni temi a noi cari: il quoziente famigliare, la libertà di scelta sulla scuola. A questi aggiunto la nostra visione di Europa: siamo europeisti ma intendiamo modificare i trattati perché vogliamo cambiarla in meglio per renderla più efficiente ed efficace».
Ha detto anche: siamo moderati non ambigui. Perché questa precisazione?
«Perché solitamente nell’opinione della gente i moderati sono considerati dei mollaccioni, non efficaci. E invece no. I moderati, almeno per come ho vissuto io l’epoca della De, sono quelli che facevano: poche chiacchiere e tanti fatti. È il tempo della concretezza».
Con Salvini siete d’accordo su una cosa: no agli inciuci del giorno dopo.
«Condivido molto quest aspetto. È necessario essere coerenti con ciò che si dice all’elettorato: dobbiamo tenere in piedi la coalizione di centrodestra. Anche se sono convinto che la nostra coalizione – mi creda dentro il centrodestra c’è un buon clima tra tutti – possa vincere senza che ci sia bisogno di parlare di altro».
Come la mettiamo con i veti lanciati da Matteo Salvini nei confronti di alcuni vostri contraenti?
«Dobbiamo ancora discutere delle candidature. Non penso comunque che ci siano le condizioni per porre veti. Al
di là delle suggestioni che si leggono sulla stampa».
Che cosa ne pensa della quarta gamba del centrosinistra, quella targata Lorenzin e Casini?
«Sono dei grandi amici, gli facciamo i migliori auguri, ma credo che siano collocati dalla parte sbagliata. Tutti i partiti di centro che appartengono al Ppe stanno nel centrodestra. In tutta Europa».
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