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Omofobia: Cesa, Udc contraria a DDL Zan, limita libertà di espressione
(DIRE) Roma, 23 apr. – “L’UDC da sempre si e’ schierata accanto alla famiglia, ai diritti-doveri della genitorialita’, a partire da quelli dei figli, per i quali avere un padre e una madre e’ tra le cose fondamentali della loro vita. Per questo pur ribadendo il nostro No ad ogni forma di violenza contro chiunque , siamo contrari alla approvazione della legge Zan”. Lo afferma Lorenzo Cesa, leader UDC e attualmente segretario politico del Partito. “Al Senato continua il dibattito sulla legge Zan, attualmente incardinato in Commissione Giustizia. C’e’ una vasta pressione dell’opinione pubblica per approvare in fretta, senza modifiche di nessun tipo, il disegno di legge cosi’ come e’ stato licenziato dalla Camera”, e’ il ragionamento di Cesa che pero’ sottolinea: “Le perplessita’ che sussistono su questa legge sono ogni giorno di piu’ e provengono anche da ambienti molto vicini alla cultura della sinistra progressista o addirittura da importanti esponenti del mondo LGBTQ+, per lo piu’ donne. Per i sostenitori della legge, l’obiettivo e’ evitare che il Senato, modificando la legge, la invii nuovamente alla Camera per una ulteriore approvazione delle parti modificate. Il rischio e’ che, in questo modo, la legge non riesca ad essere approvata in questa legislatura. Esattamente cio’ che vogliamo invece anche noi che della legge intravvediamo gli aspetti negativi e le conseguenze che potrebbe avere sul piano della liberta’ di scelta in chi non si allinea al pensiero LGBTQ+. La legge Zan infatti impone non pochi limiti alla liberta’ di espressione e di scelta”, chiarisce il leader UDC che spinge affinche’ il ddl Zan venga arenato nel processo legislativo: “La nostra opzione non e’ modificare una legge, che per certi versi e’ stata definita inemendabile, ma evitarne la calendarizzazione. Nello stesso tempo ribadiamo il nostro No deciso ad ogni forma di violenza contro chiunque e per qualunque ragione. Ma la legge Zan va ben oltre questa affermazione perentoria, per cui sorge il legittimo dubbio che chi la difende con tanto accanimento probabilmente non ha mai letto il testo nella sua completezza”, conclude Cesa.