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Intervista di Lorenzo Cesa ad Avvenire: “I moderati in una lista unica. E sulle riforme serve una Costituente”

«Importanti l’europeismo e l’atlantismo messi al primo punto I quattro simboli centristi daranno vita a un progetto politico. Centrali per noi natalità e famiglie»

Sarà la quarta gamba del centrodestra, che mette insieme forze con le stesse caratteristiche e con comuni radici dell’area cattolica e moderata». Il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa da per fatta l’intesa del suo partito, insieme a Coraggio Italia di Luigi Brugnaro, con Noi con l’Italia di Maurizio Lupi e Italia al centro di Giovanni Toti, Grafici al lavoro nelle prossime ore dovrebbe essere ufficializzato il simbolo comune per quattro partiti finora divisi in due diverse liste alleate nel centrodestra.

Un segnale di forza o di debolezza, questo mettersi insieme?

È un segnale forte per tutti quei moderati che, disorientati e delusi, non vanno a votare, Non sarà solo un comitato elettorale, ci sono tutte le premesse perché da questa intesa nasca un progetto politico da portare avanti nel corso della prossima legislatura, sarà un polo moderato con una sua originalità e visibilità all’interno della coalizione.

Il centrodestra stando ai sondaggi beneficerà al massimo delle “torsioni” maggioritarie del “Rosatellum”, pensate per favorire la governabilità. È giusto farne uso per modificare da soli la Costituzione?

La nostra idea è che tutto il capitolo delle riforme costituzionali, di cui si è sempre parlato senza mai arrivarne a capo , vada affidato a un’assemblea costituente da eleggere su base strettamente proporzionale che operi parallelamente al Parlamento, Tenendo così distinte le due questioni, facendo si che sui temi politici si operi senza proclami, ma con la concretezza e la serietà che questi tempi difficili richiedono.

Vi ritrovate in pieno nel programma del centrodestra?

Abbiamo sottoscritto tutti i 15 punti e in particolare ci ritroviamo nella collocazione internazionale europeista e atlantista che ci caratterizza. Poi, come Udc, ci teniamo a collocare la famiglia al centro della nostra agenda, ma senza limitarsi agli slogan, adottando a una politica massiccia di asili nido vicini il più possibile ai posti di lavoro, e misure adeguate a favore della natalità, con un riconoscimento che va dato al lavoro di cura. Chiediamo poi più risorse a tutela dei lavoratori e pensionati, i più danneggiati dall’inflazione, attraverso il taglio del cuneo fìscale.

E la tenuta conti potrà reggere?

L’aumento dei costi porta a un aumento proporzionale delle entrate fiscali: ques vanno allora redistribuite a vantaggio de le fasce più colpite nel potere di acquisto.

Voi siete, con Forza Italia, nel Ppe. Il vostro europeismo è compatibile con gli alleati?

L’Europa ha fatto in questi anni dei pas avanti, ma deve migliorare il suo modo i operare, non è ancora quella dei padri fondatori. Dovrà decidere sempre più a maggioranza, e non con la politica dei veti.

Ma non è il contrario del sovranismo?

Il progetto di Giorgia Meloni, che è leader dei Conservatori europei, è favorevole a un’Europa dei popoli. Io lo ritengo condivisibile, non certo incompatibile con il nostro. E trovo del tutto strumentale su questo la polemica della sinistra.

Reggerà la vostra componente alla prova della ripartizione dei collegi?

Ogni processo ha bisogno dei suoi tempi. Trovata l’intesa sui contenuti si procederà per passi successivi, e sono certo che alla nostra componente verrà attribuito un congruo numero di collegi in base ai consensi accreditati a ciascun simbolo. La nostra capacità di parlare all’ampia fascia di moderati e indecisi, tentati dall’astensionismo, sarà poi in grado di massimizzare il risultato, in base agli spazi che ci verranno accordati.

Angelo Picariello | Avvenire

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