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Lorenzo Cesa a Il Tempo:”La Liguria è stata ben governata. Ricreare la Dc? C’è domanda di una forza politica credibile”
Il segretario dell’Udc: Lavoreremo intorno allo scudo crociato per portare una proposta fortemente caratterizzata da temi sociali”
Bipolarismo
“La legge elettorale parla chiaro: sono necessari gli schieramenti. Noi siamo nel centrodestra e lontani dalla demagogia”
«Noi stiamo lavorando per creare intorno a ciò che ha rappresentato lo scudo crociato una proposta politica fortemente caratterizzata da temi sociali».
Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc, rilancia con forza il dibattito sulla necessità di un partito di ispirazione cattolica, che segua le orme della Democrazia Cristiana. Che pensa dell’ipotesi di ricreare una Dc 4.0 sulla quale, secondo le indiscrezioni rivelate da Luigi Bisignani, starebbero lavorando Maria Elena Boschi e Mara Carfagna?
«Ha ragione Bisignani. C’è una forte domanda di una forza politica che sia autonoma, rassicurante, credibile ed inclusiva. Questa domanda non trova un’offerta politica adeguata. E ciò si configura nell’alta percentuale di astensionismo. Questa mancanza di rappresentatività prima o poi dovrà trovare casa. E sarà un bene per la democrazia».
Parliamo di centro. C’è spazio oggi per un partito o una coalizione equidistante da destra e sinistra o, al contrario, ormai il bipolarismo è una dinamica consolidata nel nostro Paese?
«L’attuale legge elettorale parla molto chiaro. Sono necessari gli schieramenti. Noi dell’Udc siamo nel centro destra e lo abbiamo testimoniato quando è caduto il Conte bis, non prestando il fianco per un eventuale Conte ter, di matrice progressista. In un sistema politico sempre più caratterizzato dalla forte impronta, da un lato di Fdl e dall’altro del Pd, c’è uno spazio ben definito di elettori che sosterrebbero una nuova iniziativa politica, distante dalla demagogia, capace di tracciare una prospettiva piuttosto che seguire la cronaca del giorno».
Le elezioni in Liguria sono considerate, da molti osservatori, decisive per il centrosinistra e per il cosiddetto campolargo. ll centrodestra ha chances di vittoria?
«La Liguria è stata ben governata in termini di crescita economica e di sviluppo. La drammatica vicenda giudiziaria non può intaccare i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Spero che a breve venga convocato il tavolo del centrodestra, al fine di individuare la figura più adatta per proseguire il buon governo dei moderati».
Autonomia e Premierato: sono due riforme che lei condivide?
«I cattolici nella loro storia sono sempre stati a favore di un regionalismo solidale. Non solo don Luigi Sturzo, ma anche Alcide De Gasperi ebbe ad affermare: «Vogliamo fondare la nuova Italia, che si deve basare su Comuni e Regioni». Si tratta di attuare il principio di sussidiarietà contenuto nella dottrina sociale della Chiesa, ossia dare piena fiducia e autonomia agli enti subordinati in chiave clima maggiore capacità di rispondere ai bisogni del territorio. Ma questo principio si unisce a quello della solidarietà. Sul premierato se da un lato è comprensibile che vi sia una piena assonanza tra il voto sovrano e il governo deputato a rappresentarlo, dall’altro è necessario rafforzare quei meccanismi di pesi e contrappesi».
Ius soli e ius scholae: serve davvero una riforma della cittadinanza italiana?
«Sullo ius scholae come sullo ius soli si può e si deve dialogare. Ma mettendo da parte le bandierine. In Italia si può diventare cittadini italiani più facilmente che negli altri Paesi europei, seguendo la legislazione vigente. Talvolta ho la sensazione che si possa trovare una soluzione a certi temi per quanto complessi. Poi il gioco politico prevale, in istanze di contrapposizione che rischiano di perdere il focus del problema stesso».
In questi giorni si fa un gran parlare della Chiesa e di certe prese di posizioni su Ong e immigrazione. Che idea si è fatto?
«La Cei ha il sacrosanto diritto di esprimere la sua posizione su questioni che sono di grande attualità e che riguardano la persona e l’organizzazione sociale. Di solito lo fa con la “prudentia” che ha sempre caratterizzato le sue espressioni, non prestando mai il fianco ad una parte o ad altra parte politica. Quando lo fa con questo spirito diventa più semplice ascoltarla».