Notizie

Flottiglia | Intervista a Radio Radicale: “Serve responsabilità e dialogo per la crisi di Gaza”
Sono intervenuto su Radio Radicale per commentare la situazione della flottiglia umanitaria diretta verso Gaza e l’appello del Presidente della Repubblica.
Credo sia giusto manifestare contro quanto sta accadendo a Gaza, ma è indispensabile mantenere un senso di responsabilità. Gli aiuti umanitari possono e devono arrivare attraverso canali concordati, come indicato anche dal Patriarcato di Gerusalemme, per garantire che giungano davvero a destinazione e per evitare ulteriori tensioni.
Il Governo italiano sta lavorando per scongiurare il peggio, anche attraverso contatti diplomatici con Israele. Bene le manifestazioni, ma è fondamentale ascoltare gli appelli delle nostre massime istituzioni e perseguire ogni via diplomatica per arrivare a una tregua e a una soluzione pacifica, nel rispetto dei diritti di tutti i popoli coinvolti.
Intervista Radio Radicale – Lorenzo Cesa (UDC)
Parliamo della flottiglia umanitaria: ha lasciato Creta e si sta dirigendo verso le coste di Gaza. Non è chiaro se farà scalo a Cipro. Dopo l’appello del Presidente della Repubblica, quali sono le sue riflessioni? E, secondo lei, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, poteva fare qualcosa per mediare?
In situazioni come questa occorre grande responsabilità, non crede?
Lorenzo Cesa:
«È giusto protestare contro quanto sta accadendo a Gaza, ma non solo con la flottiglia: manifestazioni si stanno svolgendo in molte piazze, non solo in Italia ma anche in Europa. Vengo dalla Spagna e ho visto che lì accade esattamente ciò che accade da noi.
Detto questo, mi sembra che rispetto all’appello del Presidente della Repubblica, così come a quello del Ministro della Difesa – che dispone di informazioni più complete di noi – e a quanto sta facendo il Ministro degli Esteri, sia chiaro che il governo sta lavorando per evitare sviluppi molto gravi. Ieri, per esempio, il nostro ambasciatore ha incontrato il Ministro degli Esteri israeliano proprio per cercare di prevenire incidenti.
La soluzione, del resto, era stata indicata dal Patriarcato di Gerusalemme: consegnare gli aiuti umanitari a Cipro, da dove sarebbero stati poi smistati. Lo smistamento non avviene per caso, ma è frutto di una trattativa con Israele. Oggi la situazione di Gaza è chiara: Israele controlla tutto il traffico verso la Striscia e, se si vogliono portare a termine missioni umanitarie, bisogna trattare con Israele.
Quindi, concretamente, bisognava scindere le due questioni: da un lato gli aiuti umanitari, che potevano essere consegnati come indicato dal Patriarcato; dall’altro la protesta politica. In questo modo gli aiuti sarebbero arrivati a destinazione.»
Lei è preoccupato per quello che potrebbe accadere o pensa che sia in corso una trattativa diplomatica anche con Israele per evitare il peggio?
Lorenzo Cesa:
«Il governo ha già fatto e continua a fare tutto il possibile per evitare il peggio. Ma la situazione a Gaza è drammatica e gli israeliani non guardano in faccia a nessuno. Il rischio c’è. Quando il Presidente della Repubblica parla, quando intervengono il Ministro della Difesa, il Ministro degli Esteri e la Presidente del Consiglio, occorre avere il senso di responsabilità di ascoltare.
Benissimo le manifestazioni, ma con grande responsabilità.»
Le dispiace che le parole del Presidente della Repubblica siano rimaste inascoltate?
Lorenzo Cesa:
«Sì, perché insistere, nonostante un problema così grave, significa non avere a cuore la salvaguardia di una popolazione. Tutto ciò che accade oggi è conseguenza di ciò che è successo nell’ottobre di tre anni fa: un massacro di cui ho visto immagini drammatiche. La reazione attuale è violentissima e sproporzionata.
Tutti stiamo intervenendo – l’Italia in primis – per fare pressione su Israele affinché si arrivi a una tregua e a una soluzione pacifica.»
Trump aveva fatto una proposta. Lei auspica che oggi Trump e Netanyahu trovino una soluzione concreta, nel bene dei palestinesi e degli israeliani?
Lorenzo Cesa:
«Esatto. Mi auguro che si trovi davvero una soluzione pratica, per il bene di entrambe le popolazioni.»
Grazie, come sempre, a Lorenzo Cesa dell’UDC.