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Legge di Bilancio | Bene la manovra ma ora serve la riforma della Legge 38/2010. La sofferenza non aspetta
La Legge di Bilancio 2026 è un buon lavoro che offre prospettive di crescita concrete per il nostro Paese e un rating stabile che conferma la solidità della nostra economia.
La manovra prevede risorse e fondi per le cure palliative, ma è urgente assicurare che siano distribuite in modo equo e che tutti i pazienti abbiano accesso a servizi di eccellenza.
È un segnale positivo, soprattutto in ambito sanitario, ma ritengo che ora serva un impegno immediato per completare la riforma della Legge 38/2010 sulle cure palliative e sulla terapia del dolore affinché il diritto all’assistenza sia davvero effettivo e garantito su tutto il territorio nazionale.
A quindici anni dalla sua approvazione, la Legge 38 resta un punto di riferimento imprescindibile per garantire cura, sollievo e dignità ai pazienti affetti da patologie inguaribili. Tuttavia molte Regioni italiane presentano ancora ritardi nell’attuazione delle reti di cure palliative, carenze di risorse e una disomogeneità territoriale che penalizza i malati e le loro famiglie.
Per colmare queste criticità ho depositato, in collaborazione con la senatrice Paola Binetti – la Pdl riforma Legge 38/2010 che introduce nuove disposizioni per l’accesso delle persone anziane alle cure palliative e alla terapia del dolore, riconoscendo la dignità della vita anche nella sua fase più fragile.
Fornire cure appropriate, evitare l’accanimento terapeutico e salvaguardare la dignità della persona nei momenti più delicati della sua esistenza è una responsabilità etica e politica che non possiamo più rimandare.
Con questa riforma vogliamo estendere l’accesso alle cure palliative domiciliari, potenziare la formazione del personale sanitario e migliorare il coordinamento tra ospedali e territorio trasformando la Legge 38 in un vero strumento di giustizia sanitaria e umana.
Un altro tema che considero prioritario è quello dei caregiver familiari. Il Fondo previsto nella manovra rappresenta un passo importante, ma credo sia necessario ampliare il Bonus caregiver includendo anche i giovani caregiver: una realtà sommersa e silenziosa fatta di adolescenti che si prendono cura di un familiare malato, spesso sacrificando la propria giovinezza e vita sociale.
È un dovere morale e politico sostenere concretamente chi ogni giorno si fa carico della fragilità altrui.
È fondamentale garantire un coordinamento efficace tra Stato e Regioni affinché i fondi stanziati non restino solo sulla carta e non si creino disuguaglianze territoriali nell’applicazione delle misure sanitarie.
Auspico che il Parlamento acceleri l’iter di approvazione della riforma per garantire che nessun malato si senta solo o dimenticato.
Ogni vita, anche nella sofferenza, è degna di essere vissuta, amata e accompagnata.
La tutela dei fragili e la qualità dell’assistenza devono essere una priorità immediata perché la sofferenza non aspetta e ogni vita è sacra dal primo all’ultimo respiro.

