Parla il leader dell’Udc: L’area centrista va riorganizzata per dare compiutezza alla democrazia. La giustizia si riforma col referendum
Reintegrato nel suo incarico dopo aver scongiurato una bizzarra chiamata in causa giudiziaria, il leader Udc Lorenzo Cesa ragiona sulla necessità di rimettere in piedi un polo moderato di centro, con gli occhi verso il Quirinale.
Conte era in crisi, lei ha negato il sostegno dell’Udc ed è finito subito indagato da Gratteri. Poi, cambiato il vento, la sua posizione è stata stralciata, la sua estraneità riconosciuta. Solo una coincidenza?
Sono sollevato per la rapida conclusione di una vicenda che mi ha turbato profondamente. So quanto sia pericoloso fare politica soprattutto in certi contesti. La vicenda giudiziaria che mi ha coinvolto mi ha fatto male ma ho sempre avuto fiducia nella magistratura e per testimoniare la mia estraneità ai fatti mi sono dimesso immediatamente dall’incarico di segretario nazionale dell’Udc. L’ho fatto anche per rispetto nei confronti della magistratura. Quell’episodio è capitato in un momento molto delicato per il Paese ma ho tenuto la barra dritta, riposizionando il partito nell’ambito del centrodestra. Se avessimo aderito al governo Conte non avremmo avuto Draghi, ci sono rischi che vale la pena correre.
Ora è in crisi il centrodestra a trazione sovranista. I moderati della coalizione sapranno farsi valere?
Va riorganizzata un’area che metta insieme tutti i movimenti popolari, cattolici, moderati, aperti verso l’associazionismo cattolico e il terzo settore. Fare una Udc più grande con gli amici di Noi con l’Italia ed altri riuniti in un unico contenitore: su questo tema celebreremo nel 2022 il nostro congresso. C’è bisogno di riorganizzare l’area centrista nell’ambito del centrodestra, che è la nostra collocazione stabile.
Il centrodestra esiste finché esiste il maggioritario. E voi volete il proporzionale.
Noi siamo da sempre proporzionalisti, come si vota al Comune dove si sceglie con la preferenza. Se vogliamo riavvicinare la gente alla politica, dobbiamo fare un ragionamento senza tecnicismi: ridare agli elettori la capacità di incidere sulle scelte. Vanno recuperati gli elettori per dare compiutezza alla democrazia, che senza partecipazione soffoca.
La preoccupa l’astensionismo?
C’è una grande fetta dell’elettorato moderato che non è andata a votare perché non si riconosce nella Lega e nella Meloni. Milioni di indecisi, di centro, che cercano chi li possa rappresentare. Ecco che la nostra offerta politica deve tornare a parlare alla gente, con la forza degli argomenti e delle idee.
Salvini e Meloni però hanno posizioni estreme, lontane dalle vostre.
Salvini e Meloni fanno bene il loro mestiere e mietono consensi, evidentemente sta a noi fare una politica della serietà e della responsabilità per tornare a far crescere il centrodestra con posizioni più moderate.
È tra le sue priorità anche la riforma della giustizia?
La giustizia va riformata completamente e lo si può fare anche attraverso il referendum. Ho messo sotto l’Udc: abbiamo raccolto migliaia di firme nei gazebo in tutta Italia, per la prima volta a fianco dei radicali. Perché temo che questo Parlamento sia in grado di fare alcunché. La ministra Cartabia ce la sta mettendo tutta ma le Camere non sono in condizione di modificare le regole del gioco.
In corsa per il Colle c’è Berlusconi.
Il Presidente è il candidato del centrodestra. Si stanno contando i voti. Per esperienza le dico che le decisioni vere si prendono in corso d’opera, non mesi prima. I giochi avvengono negli ultimi tre giorni prima del voto. O addirittura durante il corso delle prime chiame.
E così, ipotizziamo, alla terza o quarta chiama tutti convergono su Casini.
Il Presidente Casini avrebbe la statura del Capo dello Stato: presiede l’internazionale democristiana, è stato un apprezzato Presidente della Camera. Gode di eccellenti relazioni internazionali, da europeista convinto.
Aldo Torchiaro – Il Riformista del 2 Novembre 2021 CLICCA QUI PER L’INTERVISTA IN PDF